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grisù 451

_________ DEADLINE > 14 febbraio 2024, ore 24.00 __________

Factory Grisù bandisce un concorso nazionale per opere edite. ad aprile le premiazioni durante GRISU' 451_FESTIVAL DELLE PAROLE

 I vincitori del concorso GRISU' 451_FESTIVAL DELLE PAROLE:
 
antologia di autori vari, Tremenda vendetta (Morellini),
 Antani & Mascetti, Quella cosa pericolosa chiamata amore (Golem),
 Giuseppe Foderaro, Se tutti diventassero re (Arkadia), Silvia Grossi, 
Mercoledì ti ucciderò (Laurana), 
Enrico Losso, Dove si nascondono le rondini (Garzanti) VINCITORE
Giada Trebeschi, Fino alla fine di noi (Oakmond).  
 
Menzione speciale per “Tremenda Vendetta” di AA.VV.

La menzione speciale del II Concorso Nazionale Romanzi Editi Grisù 451 2024 va a “Tremenda Vendetta” di Autori Vari, edizioni Morellini, con la seguente motivazione:
“Un’antologia che è un affresco sulle tinte del Giallo, dipinto a più mani e con accenti differenti, da autori che, utilizzando tutte le gradazioni e le sfumature del racconto di genere, hanno saputo declinare in modo del tutto personale il tema della vendetta, caro alla letteratura noir. Il volume nasce nell’ambito della scuola di scrittura “La fabbrica delle storie”, fondata dall’editore Morellini
nel 2017 sotto la direzione di Sara Rattaro e proseguita con il coordinamento di Paolo Roversi.
“Tremenda Vendetta” è un esempio di talento, coniugato con tecnica e studio,
che sfocia in un risultato altamente gradevole per tutti gli amanti del genere.
 
FINO ALLA FINE DI NOI DI GIADA TREBESCHI
Con “Fino alla fine di noi” Giada Trebeschi costruisce una vicenda che, giocando sul continuo
spostamento di piani temporali e fisici, emotivi e sensoriali, sembra assumere i connotati
universali delle tante vite vissute dai migranti italiani in America.
Nella verosimiglianza delle vicende e in un aLlato che sembra rifarsi a tratti a certa letteratura
sudamericana contemporanea (Garcìa Marquez e Sabato), a tratti a situazioni da romanzi
d’appendice ottocenteschi, Trebeschi crea l’impalcatura di un romanzo che è diario e lettera
ad un tempo, destinato dalla protagonista ad una figlia lontana mai veramente conosciuta e
che mai veramente ha conosciuto lei, frutto dell’unico e vero grande amore della sua vita.
Dalle vicende narrate emergono forti il senso di indipendenza, di libertà e di desiderio di riscatto
della protagonista, che si fanno reali e tangibili nelle sue parole.
Grazie ad una solida ricerca storica e ad una buona “tornitura” dei personaggi, la scrittrice dà
prova di una buona tecnica narrativa.
Nel complesso “Fino alla fine di noi” è un romanzo da leggere tutto d’un fiato, abbandonandosi
a riflessioni, emozioni, ricordi di un tempo che è stato, ma di cui possiamo ritrovare echi nelle
vicende e nelle “storie” dei tanti migranti che raggiungono oggi le nostre coste con il desiderio
di un futuro migliore.

 
DOVE SI NASCONDONO LE RONDINI DI ENRICO LOSSO
L’originalità del romanzo Dove si nascondono le rondini non consiste solo nel narrare la storia di un incontro casuale tra un ragazzino di 13 anni, Lamberto, e una brigatista, Irene, nei primi anni ‘80 (1983) periodo in cui le Brigate Rosse hanno cominciato progressivamente a disgregarsi, ma anche e soprattutto nel fatto che il contesto di quegli “anni di piombo” viene raccontato e descritto attraverso lo sguardo e i pensieri del giovane protagonista che si affaccia con stupore e senza pregiudizi su una realtà storica che fa fatica a comprendere e che all’inizio modella su quei punti di riferimento che fanno parte del suo mondo di adolescente.
Attraverso una scrittura realistica e lirica, riflessiva e scorrevole, l’autore, dunque, ci racconta la storia delicata e introspettiva di una amicizia che potrebbe sembrare improbabile, del passaggio del protagonista, in un crescendo di consapevolezza, dalla fanciullezza all’età “adulta”, della superficialità e forse anche della insidiosità dei giudizi e dei pregiudizi: Irene, ad esempio, non è solo una brigatista, ma è anche una donna con le sue fragilità e i suoi punti di forza.
Diversi sono i temi presenti nel romanzo molti dei quali anche dolorosi, ma Enrico Losso riesce ad affrontarli con delicatezza, senza offrire soluzioni né tanto meno giudizi.
 
SE TUTTI DIVENTASSERO RE DI GIUSEPPE FODERARO
Con il romanzo “Se tutti diventassero re” Foderaro, ci porta a spasso nella trama e nella storia e nei suoi dialoghi ma anche nel tempo e nello spazio, giocando nel mediterraneo come nei millenni mantenendo un continuum interessante. E’ un libro complesso, e una sfida interessante anche per chi legge grazie agli incroci tra Lypsia, fiera e nobile spartiate, Balthus il mercante, Sparta e Taranto con Saverio Ronchi che cerca di fare luce sul passato. Il libro riesce a unire passato e presente  interpretando le simbologie di un mosaico rinvenuto nelle stanze private, non accessibili agli ospiti –citiamo testualmente - “in una villa ancora più misconosciuta nel mezzo di una qualunque delle tante misconosciute colonie greche”, una simbologia che cerca di tramandare un pensiero congelato tra le tessere del racconto e le tessere e del mosaico stesso. Un processo di interpretazione descrive un mondo possibile cui lo scrittore affida non solo il passato ma la visione stessa del futuro. Una sfida nel raccontare che viene gestita con maestria, senza annoiare o farci perdere nelle pagine. Merita certamente molto per la trama e per il lessico fresco e non banale.
 
 
QUELLA COSA PERICOLOSA CHIAMATA AMORE DI ANTANI&MASCETTI
Quella cosa pericolosa chiamata amore, romanzo scritto a quattro mani da Corrado Antani ed Ettore Mascetti, è un thriller originale poiché innesta su un fatto storico realmente accaduto negli anni 80’ a Rovigo una narrazione strutturalmente particolare e ben riuscita: tre piani narrativi, tre storie apparentemente lontane e slegate tra loro, si intrecciano in un racconto che attraversa gli “anni di piombo”, con personaggi potenti e indimenticabili, legati ad un periodo della storia d’Italia relativamente recente, un racconto che non dimentica mai le motivazioni e le implicazioni sociali e anche politiche (ad esempio: perché le scelte errate di tanti giovani in quegli anni?).
Dietro a tutto questo si intuisce un grande e appassionato lavoro di ricerca storica da parte degli autori , ma anche la costante attenzione al fattore umano e il tentativo di dare una risposta alla domanda: può l’amore essere alla base di scelte sbagliate?
La scrittura a quattro mani potrebbe rivelarsi rischiosa, ma qui le conoscenze e le sensibilità dei due autori si sono fuse in un mix che, nonostante la serietà delle tematiche trattate, rende il racconto fluido, piacevole, coinvolgente e mai banale.
 
MERCOLEDÌ TI UCCIDERÒ DI SILVIA GROSSI
“Mercoledì ti ucciderò” è un giallo atipico, che esplora i legami dell’amicizia e dei rapporti familiari attraverso molteplici livelli narrativi. Infatti, il continuo riferimento a componenti e dinamiche psicologiche e sociologiche induce ad una riflessione profonda sulla complessità delle relazioni umane.
La scelta di far parlare in ogni capitolo un personaggio diverso rende la narrazione originale e
intellettualmente stimolante, anche perchè consente al lettore di immergersi completamente nelle vite dei protagonisti, analizzando le loro personalità sotto una luce più approfondita.
La forza del romanzo risiede però nel modo in cui affronta una tematica attuale come il
femminicidio, evitando gli stereotipi e la retorica. Dimostra infatti che non tutti gli omicidi di donne possono essere classificati come femminicidi, riuscendo a tratteggiare una rappresentazione più sfumata e realistica di tale fenomeno.
La capacità descrittiva è enfatizzata dalla fluidità della scrittura e dalla maestria con cui l’intreccio è stato creato.
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